L’abitudine di risolvere

Oggi voglio prendere spunto da una situazione realmente accaduta per parlarvi di un concetto che ritengo fondamentale.

Come molti di voi sanno ho 2 bimbi, Manuel (di 5 anni e mezzo) e la piccola Isabel (di 1 e mezzo). Proprio in questo periodo la piccola Isabel comincia a fare intrevedere il suo carattere che definirei..dittatoriale!
Da questo nascono, ovviamente, ripetuti "scontri" con il fratello in quanto qualsiasi cosa prenda in mano Manuel..improvvisamente diventa il desiderio della vita della piccola Isabel!

Come potete bene immaginare questo provoca lamenti e urla a non finire di Manuel ma proprio l’altro giorno ho assistito ad una bellissima scena: mentre Manuel era in preda ad uno di questi attacchi (non ricordo cosa Isabel gli avesse rubato) ho sentito mia moglie che gli diceva – "Manuel, quando hai un problema non lamentarti, cerca una soluzione"

Wow! Che orgoglio, questa dev’essere un’accanita lettrice di PiùChePuoi (ho pensato!) ahah 🙂

A parte gli scherzi, questa riflessione "Quando hai problemi non lamentarti ma cerca una soluzione" ha fatto in modo che Manuel cominciasse a cercare alternative. Ha così iniziato, invece di lamentarsi, a cercare una soluzione ai suoi problemi. Ha sperimentato il fatto che, se trova un’alternativa altrettanto allettante, la piccola Isabel lascia andare volentieri l’oggetto del desiderio (per esempio se prende il foglio sul quale stava disegnando molto spesso basta dargli un bel pennarello colorato per fare in modo che lasci andare il foglio).

Problem Solving: ovvero "L’arte di risolvere i problemi". E’ bello poterlo trasmettere ai più piccoli e, anzi, direi che è fondamentale, proprio a partire dalle piccole cose (come i bisticci fra sorelle e fratelli) per creare la neuroassociazione problema = cerca soluzione e non problema = lamentati. (al quale siamo spesso stati abituati per ricevere le attenzioni altrui)

Robert  T. Kiyosaki nel suo bestseller "Padre Ricco Padre Povero" (a proposito, per chi ancora non lo avesse letto ottima e consigliatissima lettura) dice che la maggiorparte delle persone vive in una condizione economica disagiata perchè non ha ricevuto un’adeguata formazione finanziaria, a partire dai banchi di scuola.
Io non posso che ritrovarmi pienamente d’accordo (e credo lo siate un po’ tutti): se siamo coscienti di essere stati rinchiusi dentro una gabbia mentale, se il nostro carattere si forma fin dalle primissime esperienze dall’infanzia…allora sta a noi, a chiunque sia a contatto con un bimbo (o una bimba) a fare in modo che possa sviluppare le giuste attitudini mentali, le giuste neuroassociazioni.

E quale migliore abitudine se non quella del "risolvere"?
Ho imparato che le persone di successo sono quelle che hanno appreso a risolvere più problemi, hanno imparato a superarli, a cercare alternative. Pensavo erroneamente che loro non avessero problemi, ho conosciuto grandi formatori, imprenditori che "giocano" con milioni di euro ed ho scoperto che invece una delle cose più importanti che hanno in comune è la loro capacità di immaginare alternative.

Ora, non dico che quando si ripete la scena (Isabel che ruba qualcosa a Manuel) vada sempre tutto liscio, molte volte la prima cosa che attacca è il lamento Manuel, ma devo dire con tutta sincerità che basta la voce della madre, anche da lontano, che dice "Manuel, soluzione", per fare in modo che scatti la molla..e Manuel termina il lamento e inizia cercare alternative.

P.S.: Epilogo – Manuel in questi giorni ha avuto spesso modo di dimostrare che sta imparando. L’altra sera eravamo al ristorante e alla fine della cena ha chiesto un gelato. Da buon fratellino, con il gelato in mano, si è avvicinato a Isabel dicendole: vuoi assaggiare Isabel? La piccola dittatrice, noncurante della dolcezza del fratello, in 30 nanosecondi ha sfilato il gelato dalle mani di Manuel ed è scappata lontano, con l’espressione di chi ha rubato la marmellata dal vasetto…
E’ stato a quel punto che Manuel non ha fatto una piega, si è girato e mi ha detto: "papà, me ne compri un altro?" 🙂
Oh, è pur sempre un bimbo di 5 anni..e questa è pur sempre, e comunque, una soluzione 😉

44 commenti su “L’abitudine di risolvere”

  1. CIAO MOLTO BELLO ESEMPIO DEI BAMBINI QUANTE VOLTE CAPITA A NOI GENITORI DI ASSISTERE ALLE SCENE COME QUESTA, CHE HAI DESCRITTO … CI STARO PIU ATTENTA DA ORA IN POI AL ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI DI SITUAZIONI SIMILI… NELLA SPERANZA DI PREPARARE BENE I MIEI BAMBINI PER LA VITA. IVANA B. GRAZIE

  2. Mi riferisco al gelato che la sorella gli ha preso e il bimgo chiede al papà di comperarne un altro, non so credo che questa vada in contrasto a trovare soluzioni, in quanto innesca un processo nel qualce il papà debba essere pronto a trovare soluzioni con aspetto economico. Qualcosa entra in conflitto, e se la soluzione potesse essere quelle di trovare emozioni che legano i due fratelli?
    un saluto

  3. Ciao Italo,
    ti avevo già conosciuto in neurona, ma non ti avevo mai risposto perchè i tuoi post sono sempre stati talmente secchi e da me condivisi che avrei potuto solo dire “bravo, sono con te”.
    Lo so: a volte serve sentirselo dire: scusami se non te l’ho detto prima …
    Ora, però ho da farti una domanda: come si potrebbe risolvere il problema di un datore di lavoro che, per un nuovo progetto che dovrebbe procurare maggiore “benessere per gli utenti”, trova invece avversione dei suoi collaboratori semplicemente perchè, in linea di principio, ogni cambiamento produce nuovo stress in azienda?
    Grazie per questo tuo splendido post.

  4. Leggo con piacere questo post e ovviamente tutti gli altri oramai da tempo… questo ancora una volta mi dà la conferma di essere tra persone squisite e sopratutto di non essere solo a “farneticare” il pensiero positivo… una massima che ho sviluppato per affrontare le avversità della vità è credo vicinissima a quanto asserito nelle righe che ho letto di Italo e di altri negli interventi:
    “IL PROBLEMA ESISTE SOLO SE LO VUOI FAR ESISTERE”
    Grazie a tutti gli amici di piùchepuoi by MaxPad

  5. Come al solito, le cose semplici sono quelle che quando è l’ora che succedano, ti aprono orizzonti che hai sempre avuto davanti e non hai mai visto.
    come sempre, siamo no ia rendere insormontabili i problemi.
    ciao a tutti

  6. Ciao Ire.
    Rispondo volentieri alle tue domande: come mai Isabel è così in competizione col fratello?

    Beh, intanto non è in competizione esasperata ma molto più semplicemente, trattandosi di una bimba di 1 anno e mezzo, segue semplicemente il suo istinto che è quello di appropriarsi del maggior numero di giochi possibili.

    Da una parte capisco che un certo tipo di linguaggio possa darti in qualche modo fastidio ma permettimi di non essere d’accordo su alcune cose.

    Intanto problem solving può essere un termine aziendale ma è semplicemente l’etichetta che diamo a qualcosa: risolvere i problemi.
    Ora, chiamiamolo come vuoi tu ma è quello: cambia l’etichetta ma il concetto rimane lo stesso.

    Sicuramente bisogna dare spazio alle nostre reazioni, essere capaci di sostenere la nostra verità ma, ti chiedo, sei sicura che tutto questo, semplicemente perchè viene come dici tu “dalla pancia” sia privo di filtri mentali?
    Io credo sia l’opposto, quello che viene dalla pancia è il frutto delle nostre emozioni e le nostre emozioni sono il frutto di come vediamo il mondo.

    Prendiamo la paura: è un concetto oggettivo?
    Direi di no, ma molto soggettivo.
    Prendi un bimbo che vive in città e fagli vedere una lucertola…molto spesso questo lo farà fuggire (e anche di corsa!)
    Vai in campagna e fai vedere la stessa lucertola ad un altro bimbo: molto probabilmente la prenderà in mano e ci giocherà, è abituato a vederle, sono sue compagne di gioco.

    Quindi, la lucertola (lo stesso concetto) può provocare in uno paura in un altro no per cui la paura (così come tutte le altre emozioni) è qualcosa di assolutamente soggettivo.
    (ogni emozione è assolutamente soggettiva ed è figlia di come noi vediamo il mondo)

    Ora, sono pienamente d’accordo con te se il tuo concetto è “non schematizzare la vita”, io poi sono un emotivo, non potrei proprio farlo.
    La vita non va gestita, va vissuta, ma credi sia meglio di fronte un problema lamentarsi o cercare un’alternativa? Questo è il fulcro, tutto qui. Da qui nascono le reazioni.
    Manuel sentirà “dalla pancia” che quando arriva un problema se si lamenta potrà al massimo ottenere qualche carezza emotiva..ma niente di più, meglio cercare alternative se vuole veramente risolverlo.
    Isabel..c’è tempo anche per lei, intanto lasciamole combinare le sue marachelle, fanno parte del gioco della vita anche quelle 😉

    La vita è un quadro di Van Gogh, non un espressione matematica, su questo non puoi che trovarmi completamente d’accordo, ma attenzione hai filtri che abbiamo e che, probabilmente, neanche sappiamo di avere.

    Grazie per il tuo contributo.
    Italo

  7. Salve, ho letto il suo articolo e trovo davvero validissima l’inversione di rotta che propone nei confronti dei “problemi”.
    Solo volevo chiederle come mai secondo voi Isabel è così in competizione col fratello? Cosa significa il suo comportamento?
    Il problem solving è una gran bella cosa, anche se sa tanto di azienda..
    Personalmente credo che la qualità di una relazione passi dall’aver imparato ad essere se stessi, intesa come la capacità di sostenere la propria verità. Credo che per arrivarci si debba riservare un pò di spazio anche alle nostre reazioni, che ci dicono senza filtri mentali che tempo fa dentro di noi.
    Mi chiedo come possa Manuel mantenere un sano contatto con la pancia senza divenire un “gestore della vita” e come possa Isabel accorgersi che il metodo scelto per ottenere attenzione non le frutterà mai granchè.
    Le mie sono domande, dubbi, non ho verità.
    Solo che la mia pancia leggendo ha borbottato un pò..!

    Ire

    Ire

  8. Grazie x il messaggio, bello e incoraggiante..
    a volte di fronte ai problemi mi sembra d’impazzire… bisognerebbe fermarsi e ricordare, anche questa scena quotidiana x sorridere e pensare alla soluzione se possibile, altrimenti alzare le braccia al cielo e dire: pazienza, non posso farci nulla e tornare a sorridere…
    Grazie ancora
    Rosanna

  9. Bellissimo e io ci credo ma se la soluzione non si trova? IO non l’ho ancora trovata cerco di vincere la fobia della guida da 32anni ho provato di tutto ora con la terapia breve strategica riesco a guidare qualche volta nel cortile di casa non vorrei arrendermi

  10. è talmente bello, affascinante ed emozionante ri scoprire il mondo dei bambini che quasi ci siamo dimenticati di esserlo stati e proprio per questo abbiamo smesso di … giocare … lamentandosi sempre di più! .. sorridiamo alla vita perchè ogni giorno il bambino che c’è in noi … cresce .. e quanto cresce! .. rispettando noi stessi impariamo a rispettare gli altri da noi .. e condividere amandoci. la soluzione siamo noi.
    un abbraccio
    fabio z

  11. Complimenti di cuore per l’esempio che te e tua moglie state dando ai vostri figli.
    Complimenti anche a tutti coloro che hanno scritto i commenti con pensieri positivi (è di questo che c’è bisogno), cioè rivolti verso le soluzioni( 1 problema ha tante soluzioni).
    Volevo dire a Melita, che come scrive Angela Bondi, le cose che non possiamo risolvere bisogna solo accettarle, la cosa importante è lottare fino in fondo e non dover mai dire a noi stessi………..
    ….E SE AVESSI FATTO ……( i rimpianti).
    Cioè nel momento in cui le accettiamo dobbiamo essere sicuri di aver provato tutto senza dare niente per scontato.
    Credo che riuscire ad avere questo tipo di atteggiamento faccia parte di un percorso di crescita personale, nell’avere la forza e il coraggio di cambiare il modo di pensare perchè è da li che parte tutto.
    Brava Giusy! CHIAMARLI SFIDE …e…..non solo chiamarli…… ma appena si presenta un problema, trasformarlo immediatamente in sfida/obiettivo e dare il massimo per risolverlo.
    Questa è la vita, QUESTA E’ VITA!( del resto la vita è una sfida)
    Ciao Italo e complimenti di nuovo per il contributo di valori umani che stai dando, un abbraccione a tutti!

  12. ..è proprio vero a tutto c’è un rimedio ma bisogna guardare i problemi nella giusta prospettiva..Ha ragione la moglie di Italo non bisogna lamentarsi non serve a nulla, bisogna reagire cercare sempre una soluzione…
    Grazie Italo x tutto quello che fai

  13. italo è davvero speciale quello che tua moglie ha consigliato al piccolo, mi sto caricando con i tuoi racconti, al meeting di oggi pomeriggi carico tutti i ragazzi e gli racconto la tua storia……………..

  14. E’ propio così..bisogna sempre focalizzare la nostra mente sulle soluzioni ai problemi evitando di lamentersi continuamente! Piangere sul problema non aiuta anzi può far peggiorare la situazione, invece pensando alla soluzione la nostra mente si distrae dal problema e questo è positivo…
    Luigi

  15. ho letto con attenzione il post problema=cercare soluzione non problema=lamentarsi. Qualche anno fa ebbi un problema, mi trovavo di notte con una gamba fracassata in fondo ad un canalone ghiacciate. Mi accorsi subito che il lamento non era la strategia vincente. Invece la ricerca di piccole soluzioni altrenative per la sopravvivenza in quell’ambiente così ostile mi aiutò a trascorrere le ore di attesa dei soccorsi e alimitare per quello che era possibile i danni. la scelta di una strategia passiva di lamento non mi avrebbe permesso di scrivere ora ….

  16. Credo che se avessi detto alle mie bambine :
    “Non lamentarti cerca la soluzione” molti conflitti non sarebbero sorti.
    Come potevo pronunciare una frase così logica non conoscendo delle tante alternative che si possono trovare all’interno di un problema? Avrei dovuto conoscerla e applicarla prima di tutto a me stessa e poi sarei stata in grado di comunicarla agli altri.
    Non è mai troppo tardi! Grazie Italo

  17. Apprezzo il semplice e prezioso post ma vorrei dare una risposta a Melita: nella vita niente è veramente irrisolvibile, neanche le malattie gravi. Se cerchiamo “attentamente” una soluzione, la troveremo! Anche per me la musa ispiratrice è stata mia moglie, che usa dire che ad ogni dificoltà esistono almeno CINQUE soluzioni: sta a noi decidere quale!
    Di mio posso dire: “Non prendiamo niente troppo seriamente”!

  18. “… devo trovare una soluzione, a questo problema..” quante volte nella mia vita, ho detto questa frase, e più la ripetevo, e più la soluzione tardava ad arrivare. Tutti siamo alla ricerca di una soluzione, ma quanti riescono effettivamente a trovarla? Mente e cuore sono degli incredibili consiglieri, una è razionale, fredda e calcolatrice, e mentre cerca la soluzione, la fronte si irrigidisce e i muscoli facciali si contraggono;l’altra voce(quella del cuore)è più delicata, serena ti parla con dolcezza, il tuo viso è più rilassato, forse sarà una soluzione più dura da accettare, ma quando ho dato retta al cuore(avrei dovuto farlo più spesso), il problema veniva ridimensionato e la soluzione era molto più facile da realizzare di quanto immaginassi.
    Roberto

  19. Ciao a tutti!!
    Si, in effetti è vero….; la nostra mente sa già qual è la soluzione di un problema…Sta a noi interrogarla nel modo giusto e tirare fuori ciò che ci suggerisce…
    A presto. Ladymoon

  20. E’ davvero la cosa più giusta…. problema? Ok, pensiamo alla soluzione ma già io sono una di quelle persone che si fa prendere subito dal panico anche perché come ha scritto Melita non sempre la soluzione c’è o si trova nell’immediato… purtroppo in questo periodo della mia vita le cose sembrano cadermi addosso tutte come delle bombe ma una cosa la voglio fare di sicuro…. provare a fare come dite voi e come spesso mi dice mia sorella…”a tutto c’è un rimedino”!!
    Un saluto a tutti
    Giuliana

  21. Mi trovi perfettamente d’accordo. E’ normale in persone dinamiche trovare una alternativa; o comunque provare a trovarla. Ci si riesce quasi sempre.
    A presto. Berardino.

  22. spesso siamo noi a crearli i problemi: li vediamo subito al negativo senza nemmeno tentare di trovare uno spiraglio di luce e non ci accorgiamo che magari il problema non esiste o non lo è ancora diventato … lo facciamo diventare noi a forza di pensarlo. Finchè si pensa cosi’, tutto sarà sempre un problema, quindi … positivi e fiduciosi!!

  23. Io penso che sia molto importante, sforzarsi di pensare che il problema in quel momento esistente sia superato..così,in un attimo è superato e risolto!! Crederci fino in fondo, vivere serenamente e tutto vien da se…non rimuginare sempre sul problema perchè così facendo diventerà sempre più grande!! Non bisogna pensare in modo negativo , ma crederci sempre col sorriso sulle labbra. E’ dura, lo so, e non sempre ci riesco ma nella vita la determinazione è tutto.

  24. Vero è che ogni problema può essere risolto, ma quando chi subisce, per esempio un commissaria-mento, gerarchicamente è nel gradino inferiore, cosa si può fare! Subire e basta.

  25. GRAZIE DEL SUGGERIMENTO ITALO… LA SOLUZIONE è FACILE MA è + DIFFICILE SFORZARZI DI TROVARE UNA SOLUZIONE CHE LAMENTARSI………LA PIGRIZIA LA SFIDUCIA E IL FATTO DI NON RIUSCIRE BLOCCANO TUTTE LE BUONE AZIONI…..
    COMUNQUE IL FATTO CHE QUALCUNO ABBIA SCOPERTO QUESTI PICCOLI CAVILLI PUO’ AIUTARE MOLTO….
    GRAZIE DI TUTTO

  26. Assolutamente d’accordo…quasi a tutto c’è la soluzione!
    ..e se non c’è perchè accanirsi???
    Ogni problema nasce per esser risolto..altrimenti che problema sarebbe??

  27. Sai Italo, della frase di tua moglie ne ho fatto un cartello che ho appeso in casa e in ufficio, e anche se non troverò una soluzione (cosa della quale dubito) di certo mi aiuta a smettere di focalizzarmi sul problema (cosa del tutto inutile). Quando pensiamo ad altro ci viene sempre un’idea, un’intuizione.
    GRAZIE Italo. Per tutto quanto stai facendo per noi. Grazie di Cuore.
    Cara Melita, comprendo le tue parole, ma c’è sempre una soluzione; per trovarla dobbiamo assumerci la responsabilità della nostra vita e agire in prima persona. Un amore non corrisposto è un insegnamento, così come lo è avere un genitore che non sa amarci (secondo noi), o una malattia incurabile (cioè non curabile con le medicine…).Ti auguro che anche tu riesca a farlo e che tu possa essere felice!

  28. ottimo suggerimento, sono un’insegnante di scuola primaria e spesso mi trovo a dover fronteggiare queste situazioni, e mi accorgo sempre più come i genitori non intervengano mai per stimolarli a trovare una soluzione ma si sostituiscono a loro rendendoli sempre meno autonomi.
    cercherò di trasmettere questa soluzione anche alle altre mie colleghe(oltre che ai genitori).
    ciao e grazie

  29. Ciao Melita,
    E vero che ci sono situazioni che non si possono cambiare, ma secondo me, piuttosto che accettare nella rassegnazione, è meglio accettare lasciando andare l’aspettativa di un cambiamento o altro, e capire cosa mi insegna questa situazione, quale attegiamento nuovo posso svillupare per farmi sentire in pace?
    un cordiale saluto
    Marie
    http://www.eveil-a-soi.com

  30. A VOLTE ALLONTANARSI DAL PROBLEMA, EVITANTO DI ACCANIRSI INUTILMENTE SU DI ESSO….AIUTA A TROVARE LA SOLUZIONE.

    PROVARE PER CREDERE !!

  31. Ma non tutto nella vita è risolvibile, quindi che fare in quei casi privi di soluzione, di alternative? Faccio degli esempi: una malattia non curabile, un amore non corrisposto, un genitore che non sa amarti…Che fare? Rassegnarsi, accettare ma ciò non risolve nulla, anzi…

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